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Translators in the Making: An Empirical Longitudinal Study on Translation Competence and its Development

Abstract

A partire dalla seconda metà del XX secolo, la ricerca sulla competenza traduttiva ha conosciuto un forte sviluppo, che portato all’individuazione di abilità specifiche ai fini della traduzione. La competenza traduttiva viene generalmente concepita come un’abilità non innata (Shreve, 1997, p. 121) e distinta dalla competenza bilingue (PACTE 2002, p.44–45); quest’ultima, nella sua forma embrionale, rimane una condizione necessaria ma non sufficiente allo sviluppo di una competenza traduttiva di tipo professionale (Englund Dimitrova 2005, p. 12). Fatte salve queste premesse, la natura e la struttura della competenza traduttiva rimangono ancora da definire. Nel tentativo di individuarne le componenti, la ricerca ha prodotto un’ampia varietà di termini e concetti simili e spesso sovrapponibili. Dalla metà degli anni ’80, un significativo contributo allo studio della competenza traduttiva è giunto dalla ricerca empirica, grazie alla quale è stato possibile sviluppare e testare alcuni dei modelli e delle definizioni proposti (ad es., PACTE 2003; Göpferich 2009). Gli studi empirici sulla competenza traduttiva hanno generalmente adottato un approccio orientato al processo, ovvero volto a individuare le caratteristiche comportamentali e procedurali di traduttori più o meno esperti che potessero essere associate a determinati livelli di qualità del testo tradotto. Allo scopo di fornire un approccio complementare a quello appena citato, è stato progettato uno studio empirico volto ad indagare la traduzione principalmente come testo tradotto, ma anche, in seconda battuta, come processo. Obiettivo principale dell’analisi è osservare se traduttori con livelli di competenza ed esperienza simili producono traduzioni con caratteristiche simili e/o seguono gli stessi modelli procedurali, così da definire la competenza in base alle tendenze eventualmente emerse dall’analisi sia del testo, sia del processo traduttivo. A questo scopo, l’indagine ha monitorato per tre anni la performance traduttiva di un campione di traduttori professionisti e di studenti dei corsi di Laurea triennale e magistrale in traduzione presso l’Università di Trieste. Sono state svolte in tutto sei prove di traduzione (due per anno accademico), che consistevano nella traduzione di un testo non specialistico dall’inglese all’italiano (la lingua madre dei partecipanti), seguita dalla compilazione di un questionario sul processo traduttivo. Lo studio ha adottato un approccio sincronico e diacronico principalmente di tipo descrittivo e rivolto all’analisi lessicale e sintattica del testo tradotto e dei dati relativi ai tempi di consegna e agli aspetti procedurali analizzati attraverso le risposte al questionario. È stata inoltre svolta un’analisi qualitativa delle traduzioni basata sulla valutazione dell’accettabilità del testo tradotto e degli errori di traduzione, così da associare le tendenze individuate nell’analisi descrittiva a specifici livelli di qualità. I risultati dell’indagine hanno permesso di tracciare il profilo di tre stadi nel processo di sviluppo della competenza traduttiva (‘principiante’, ‘intermedio’ e ‘professionista’) e di sviluppare delle linee guida per docenti e studenti che possono aiutare a prevedere e prevenire errori procedurali e ad accelerare il processo di apprendimento

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Archivio istituzionale della ricerca - Università di Padova

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Last time updated on 20/11/2020

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